Morefreddo

Tipologiagita classica
Località di partenzaPattemouche
ComunePragelato
Dislivello1185 m
Quota massima raggiunta2769 m
Lunghezza14 km
EsposizioneSW
DifficoltàMS (facile)
Difficoltà scala toponeige2.1
Grado di esposizioneE1

Tondeggiante rilievo della cresta spartiacque Chisone-Germanasca, da cui si dirama verso nord-ovest il marcato costone del Clot della Soma. I dolci declivi occidentali di questo itinerario sono tornati da alcuni anni di esclusivo appannaggio degli scialpinisti: le due seggiovie che a suo tempo li collegavano con Pragelato sono state dismesse. Qui viene ancora descritto il percorso che evitava le vecchie piste da sci, allungando la salita in val Troncea e salendo da Seytes. Oggi senza più gli impianti si può accorciare lo sviluppo della salita salendo per il suddetto itinerario del Clot della Soma e poco prima dell’ultimo strappo, traversando a destra in una conca, raggiungere la dorsale finale nord-ovest del Morefreddo. Con queste due possibilità si possono così scegliere al meglio le esposizioni dei pendii di salita e di discesa in funzione delle condizioni di sicurezza e innevamento dei due itinerari.

a-b: Da Pattemouche si sale la Val Troncea e si imbocca la strada di fondovalle che, opportunamente sfruttata come pista permanente di fondo, poco più avanti attraversa il Chisone sul ponte a quota 1.616 m, localmente detto “Das Itreit”, ossia “degli stretti”. Percorso un primo tratto di valle, per l’appunto “stretto”, si sbocca sul pianoro di Laval oltre il quale, passando presso il casotto dei guardaparco (un tempo era il deposito della pompa antincendio) a valle del borgo stesso, prima di attraversare il rio Arcane, si svolta a sinistra.

b-c: Costeggiando il valloncello omonimo si raggiunge a quota 1.919 m il ripiano di Seytes. Qui l’unico rudere di casolare rimasto dopo l’incendio del 26 Aprile del 1944 è stato recentemente ristrutturato dall’associazione Missione Montagna ODV in collaborazione con l’Operazione Mato Grosso.

c-d: Di qui, procedendo sempre verso nord-est, ci si accosta gradatamente al costone ovest del Morefreddo, raggiungendo a quota 2.200 m circa un’ampia conca situata ai piedi del ripido pendio ovest della quota 2.429 m, chiamata anche Bric del Cucuc.

d-e: Questo deve essere contornato sulla destra, quindi dal suo sommo, affrontando direttamente l’uniforme pendio sulla sinistra del già citato costone ovest, si raggiunge la cima del Morefreddo senza incontrare ostacoli di rilievo.

Per l’itinerario di salita o, come accennato nelle particolarità, scendendo il dosso nord-ovest per andare a raccordarsi all’itinerario del Clot della Soma.

Altra bella linea di discesa, tra le innumerevoli possibili è, scesi al colletto sotto il costone nord-ovest, dove un tempo arrivava lo skilift Belotte (ancora ben evidenti i ruderi della stazione), proseguire in pieno ovest sulla destra orografica del rio della volpe, fino all’abitato di Laval e alla vicina pista da fondo. Quest’ultima variante di discesa va intrapresa soltanto con neve sicura.

[Emilio Chiolerio]

Usciti sulla dorsale ovest del Morefreddo, nei pressi del Bec del Cucuc, 2.429 m (foto Emilio Chiolerio, febbraio 2020)

Sui pendii finali del costone ovest del Morefreddo (foto Emilio Chiolerio, febbraio 2020)

In cima al Morefreddo (foto Emilio Chiolerio, febbraio 2020)

In discesa nel vallone del Rio Arcane (foto Emilio Chiolerio, febbraio 2020)

La parte superiore del percorso, vista dal Bric Fontanafredda (foto Emilio Chiolerio, marzo 2025)

Le cime del Morefreddo e del Ruetas, viste dal Bric Fontanafredda (foto Emilio Chiolerio, marzo 2025)

Salendo al Fontanafredda, sullo sfondo si nota la parte alta del costone ovest del Morefreddo (foto Emilio Chiolerio, marzo 2025)

In centro all’immagine, i morbidi dossi del Morefreddo, visti dalla Spalla Nord della Rognosa (foto Andrea Moretti, gennaio 2022)