Tipologia | gita classica |
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Località di partenza | Ponte Barfé |
Comune | Angrogna |
Dislivello | 1310 m |
Quota massima raggiunta | 2125 m |
Lunghezza | 10 km |
Esposizione | NE |
Difficoltà | BS (medio) |
Difficoltà scala toponeige | 2.2 |
Grado di esposizione | E1 |
Particolarità
Massiccia elevazione dello spartiacque Pellice-Angrogna, il Vandalino consta di due punte poco appariscenti che, accomunate in un unico ampio dosso, dominano la conca di Torre Pellice. È una scialpinistica molto panoramica, che a causa della morfologia e della boscaglia della zona mediana si consiglia di cogliere e effettuare solo con un consistente e stabile innevamento, tenendo conto di alcuni seppur brevi tratti del percorso che richiedono particolare attenzione per pendenza e esposizione. Lunga la prima parte del percorso con un veloce disgressione è possibile approfittare dell’ottima ospitalità del Rifugio Barfé.
Descrizione
a-b: Dal Ponte di Barfé, seguendo a tratti la strada, si procede verso sud est sino a quota 1.150 m circa, quindi si devia verso destra e si raggiunge, a quota 1.300 circa, un’ampia insellatura del costone nord est del Vandalino.
b-c: Si procede allora agevolmente per questo sino alle Serre Lalie, dove a seconda delle condizioni si prospettano due possibilità di percorso. La prima possibilità consiste nel procedere ancora lungo il detto costone, e così superando un tratto ripido e accidentato raggiungere direttamente l’Alpe Vandalino; la seconda possibilità prevede invece l’attraversamento, lungo la traccia di una pista forestale, dell’avvallamento che si ha sulla destra per portarsi sul costone di Cialaroccia e quindi procedere verso l’alpe stessa su terreno notevolmente più agibile.
c-d: Dall’alpe, a quota 1.790 m, si continua comunque a salire per il costone nord-est e, superandone con qualche difficoltà un tratto più pronunciato e precipitevole sul versante di Torre Pellice, si arriva sull’ampio dosso sommitale.
d-e: Si svolta allora a destra e passando per la punta orientale – quota 2.121 m e si raggiunge infine la vetta.
Discesa
Per il percorso di salita o con brevi varianti per sfruttare le zone più sicure o intonse.
[Emilio Chiolerio]