Tipologia | gita classica |
---|---|
Località di partenza | Pra del Torno |
Comune | Angrogna |
Dislivello | 925 m |
Quota massima raggiunta | 1938 m |
Lunghezza | 8 km |
Esposizione | NE |
Difficoltà | MS (facile) |
Difficoltà scala toponeige | 2.1 |
Grado di esposizione | E1 |
Particolarità
Anche se in realtà questa punta non è altro che una spalla del costone nord-est del Vantacul, il tipo di percorso, facile ma non banale, e il panorama sulla valle ne fanno una discreta meta invernale. La possibile variante di discesa diretta sui pendii nord, con condizioni di neve sicure ma necessariamente abbondanti per coprire l’invasione degli ontani, aggiunge un grado di difficoltà ma permette una sciata meno obbligata tra i boschi.
Descrizione
a-b: Dal Ponte di Barmafreida, si segue la strada per Chiot e Alpe della Sella fino al secondo tornante quindi, approfittando della traccia della vecchia mulattiera, ci si inerpica in breve alle prime case Saret 1.120 m, Saret superiore 1.265 m, Riaglio 1.300 m e da qui traversando a sinistra si sbuca dai boschi su pendii meritevoli di qualche attenzione raggiungendo e attraversando la strada che sale dalla comba a ovest all’insediamento dei Sap a 1.418 m. Con pochi metri sul dosso panoramico si raggiunge il Rifugio dei Sap 1.480 m.
b-c: Dal rifugio Alpino dei Sap, proseguendo sull’ampio, regolare e panoramicissimo costone nord-est, che non presenta difficoltà alcuna se non poche rampe nella parte alta e qualche passaggio rimboschito, si raggiunge con la dovuta attenzione per la ripidezza finale del pendio il sommo della Punta Piattina, contraddistinto da un pinnacolo roccioso oltre il quale il costone si fa molto più impegnativo o non percorribile.
Discesa
Per il percorso di salita, valutando se l’innevamento a valle dei Sap permette di destreggiarsi tra i boschi; in caso contrario, è possibile seguire la strada, sempre in ombra e meglio innevata.
Variante di discesa
Con innevamento abbondante e sicuro si può scendere a nord direttamente dalla punta, poi leggermente verso destra per prendere una canaletta tra gli abeti cercando spazi più ampi a destra o a sinistra della stessa, che si fa via via più ripida. Attraversata la strada, se l’innevamento lo permette, si può continuare scendere su pendii aperti per poi raggiungere di nuovo la strada nella comba, con un ultimo tratto più ripido.
[Emilio Chiolerio]