Lungin

Tipologiagita classica
Località di partenzaRodoretto
ComunePrali
Dislivello1500 m
Quota massima raggiunta2920 m
Lunghezza17 km
EsposizioneSE
DifficoltàOSA (difficile con passaggi alpinistici)
Difficoltà scala toponeige3.1
Grado di esposizioneE1

Con il vicino Pignerol, il Lungin forma quel magnifico binomio di cime quasi perennemente innevate che arrivando in Perosa si nota sullo sfondo della Val Germanasca (ndr: così, parlando dell’itinerario al Lungin dalla Val Troncea, esordiva la guida di Quero. Oggi, occorre purtroppo constatare che non è più attuale parlare di “cime quasi perennemente innevate”). L’itinerario qui descritto, che si inoltra nel vallone di Rodoretto, una volta abbandonato il fondovalle è piuttosto diretto e si svolge su pendii sostenuti e di grande interesse sciistico. Si tratta di un percorso nel complesso severo, che necessita delle giuste condizioni, ma che conserva intatto il fascino delle rotte poco battute in ambienti selvaggi di prim’ordine. In alcuni tratti, a seconda delle condizioni, potrebbero essere utili i ramponi.

a-b: Dal tornante, a quota 1.420, che la strada di accesso compie poco prima di entrare nella frazione Ciai di Rodoretto, si prende a percorrere la strada di fondovalle e attraverso le disabitate borgate di Campo del Clot, Arnaud, Rimas (possibili tagli dei tornanti in un paio di punti) si raggiunge Balma, esteso e recentemente ripristinato insediamento estivo a quota 1.710 m. La strada di fondovalle è esposta alle enormi valanghe che si staccano dai pendii del lato sinistro orografico del vallone, ragion per cui, come per tutti gli itinerari di questo angolo della val Germanasca, il percorso è da evitare con condizioni non sicure. Da segnalare inoltre che, una volta scese le valanghe, i blocchi che talvolta ostruiscono la strada possono rendere complicato ed acrobatico il superamento di alcuni impluvi.

b-c: Da Balma, a quota 1.710 m, onde abbreviare il percorso d’avvicinamento, anziché proseguire lungo la strada sino alle successive bergerie della Balma poste a quota 1.883 (opzione comunque percorribile), ci si innalza un poco sulla destra della valle, salendo in direzione sud-ovest per prati e superando alcuni impluvi, spesso intasati da residui di valanghe, sino ad intercettare il canale formato dal rio della Comba Scura, poco più a valle delle citate Bergerie della Balma.

c-d: Da qui, sono possibili due opzioni, le quali si ricongiungono all’incirca intorno ai 2.200 m di quota:
1) se le condizioni di innevamento e di sicurezza (anche in funzione del torrente che scorre nella gorgia) lo consentono, è possibile risalire direttamente la gorgia-canale denominata Comba Scura che, stretta nei primi 100 metri di dislivello, più in alto si apre a ventaglio sino a sfociare sui soprastanti pendii;
2) in alternativa, volendo evitare la risalita della gorgia, è anche possibile oltrepassare il rio della Comba Scura e continuare a traversare in leggera ascesa in direzione sud-ovest, sino a portarsi, poco a monte delle bergerie della Balma, sui ripidi pendii boscosi che formano il fianco destro orografico della Comba Scura. Ricercando il passaggio più agevole tra le balze (esposto), e sfruttando anche il tracciato del sentiero n. 213, si risalgono tali pendii per poi riportarsi gradualmente verso la Comba Scura, a cui ci si ricongiunge dopo un ultimo traverso verso destra all’incirca intorno ai 2.200 m (questa seconda opzione è meno consigliabile in discesa).

d-e: Si continua quindi a salire per pendii sostenuti in direzione nord-ovest sino a quando, a quota 2.500 circa, si intercetta un bel valloncello sospeso, esposto a nord-nordest, posto tra il monte Pignerol e il monte Lungin. Piegando a sinistra, si prende a salire lungo l’evidente valloncello che, con un’ultima rampa più ripida, adduce all’evidente colle della Valletta (2.690 m).

e-f: Dal colle, si prosegue verso sinistra lungo la cresta nord del Lungin, sino a che questa si restringe. Piegando allora a destra ci si porta sui pendii lato val Troncea, lungo i quali si procede sino a giungere, da ultimo eventualmente a piedi, sulla piatta ed affilata cresta sommitale e quindi sulla cima posta a quota 2.921.

Percorso a ritroso il tratto terminale, è consigliabile, anziché ripercorrere la cresta nord, scendere l’invitante pendio nord dell’anticima (OS, tratto iniziale a 35°), lungo il quale, senza ripassare dal colle della Valletta, si raggiunge il fondo del valloncello. Da qui, come per l’itinerario di salita.

[Andrea Moretti]

Dal Pignerol, in primo piano il bel penidio nord del Lungin, in ombra. A destra, nascosto, è l’intaglio del Colle della Valletta (foto Andrea Moretti, 2016)

Dal Pignerol, sguardo sul pendio nord del Lungin, a destra, e sulla Vergia e il monte Selletta a sinistra (foto Andrea Moretti, 2016)

Fontana di Rodoretto (foto Andrea Moretti, 2020)

Risalendo il vallone, Lungin a sinistra e Pignerol a destra, al centro i pendii di salita (foto Fabio Agnese, 2020)

Si abbandona il fondovalle per iniziare a risalire i pendii del fianco sinistro orografico del vallone (foto Fabio Agnese, 2020)

L’imbocco della Comba Scura (foto Fabio Agnese, 2020)

Gli interessanti pendii di salita, sotto alla valletta che adduce al colle della Valletta. Sullo sfondo, il monte Selletta (foto Andrea Moretti, 2020)

In prossimità del valloncello sospeso che conduce al Colle della Valletta, pendenze sempre interessanti (foto Fabio Agnese, 2020)

Si piega a sinistra e si cambia esposizione con l’ingresso nella valletta, con la cima ormai in vista (foto Fabio Agnese, 2020)

La cima del Lungin e l’affilata cresta sommitale (foto Fabio Agnese, 2020)

Dalla cresta sommitale, sguardo verso il Barifreddo, con i suoi canali che scendono verso la val Troncea (foto Andrea Moretti, 2020)

Scendendo lungo il pendio nord della montagna, in direzione della valletta (foto Fabio Agnese, 2020)

In discesa nel bel valloncello sotto il Colle della Valletta (foto Fabio Agnese, 2020)

Discesa lungo la Comba Scura (foto Fabio Agnese, 2020)

Tratto terminale della Comba Scura, da percorrere con cautela vista l’acqua che scorre sotto al manto nevoso (foto Fabio Agnese, 2020)

Lungo la strada di rientro nel vallone, plasticità della neve a borgata Balma (foto Andrea Moretti, 2020)