Tipologia | anello |
---|---|
Località di partenza | Pattemouche |
Comune | Pragelato |
Dislivello | 1270 m |
Quota massima raggiunta | 2843 m |
Lunghezza | 21 km |
Esposizione | NW |
Difficoltà | BS (medio) |
Difficoltà scala toponeige | 2.3 |
Grado di esposizione | E1 |
Particolarità
L’appartato e poco battuto vallone Charnier, che si inoltra tra le pendici occidentali del Bric Ghinivert e quelle orientali del monte Pelato, aprendosi a conca chiusa proprio dalla punta Pra Crò, costituisce la direttrice di salita di questo itinerario, che lo percorre integralmente. Il percorso è reso ancor più interessante dalla possibilità di scendere dal versante opposto della montagna, più remunerativo dal punto di vista sciistico, compiendo così un anello in uno degli angoli più belli e meno frequentati – camosci a parte! – della valle. Date le pendenze che diversi tratti presentano, l’itinerario è da intraprendere solo con neve ben assestata.
Descrizione
a-b: Seguire la strada di fondo valle, che in inverno è mantenuta come pista di fondo, e poi con traccia battuta dal gatto delle nevi fino al bivio per Troncea (1.768 m). Da qui, si prende a seguire la strada che, diramandosi sulla sinistra, si inerpica sul fianco della valle sino a raggiungere – a quota 1.915 – Troncea, antico borgo raso al suolo dai tedeschi nel 1944, e l’omonimo rifugio, ove è eventualmente possibile pernottare.
b-c: Tenendosi al limitare del bosco soprastante le case, si sale fin presso un isolato rudere a quota 2.106 m, rudere da dove, attraversando in piano il canale scendente dal versante ovest della Punta del Beth, si guadagna agevolmente la quota 2.166 del costone sud-ovest della stessa, vera e propria porta d’accesso al Vallone delle Michele che il poco evidente costone ovest del Ghinivert divide in due rami, il Vallone di Charnier e il Vallone del Colle del Beth.
c-d: Si lascia quindi tale ultimo vallone sulla sinistra, entrando nell’evidente conca del vallone Charnier, con un traverso in direzione sud. Tenendosi a sinistra si supera un primo ripido gradone (pericoloso con neve non assestata), raggiungendo così un ampio ripiano ai piedi della parete est del monte Pelato. Si supera quindi un secondo risalto, aggirandolo verso destra, e si guadagnano così i pendii terminali adducenti alla cresta nord-est del Pra Crò. In base alle condizioni, è possibile superare il tratto finale sia raggiungendo la cresta sommitale verso sinistra, dove i pendii sono meno ripidi, e da qui in breve la vetta, verso destra, sia risalendo i ripidi pendii sulla direttrice della vetta, che si raggiunge così direttamente.
Discesa
È consigliabile, e più appagante sciisticamente, la discesa diretta verso l’incisione principale della val Troncea, di seguito descritta.
d-e: Dalla vetta, il vallone da seguire è quello che si apre verso sud-ovest, con i bei pendii ripidi che si staccano dalla cresta che collega la punta Pra Crò con il monte Pelato. Talora è necessario abbassarsi per qualche metro a piedi sul lato opposto del punto culminante, scendendo poi con gli sci nell’evidente conca nevosa. Da qui si compie un traverso verso destra rimanendo addossati ai rocciosi contrafforti sud-ovest del monte Pelato, attraversando dei ripidi canali e raggiungendo all’estrema destra un dosso aperto che permette la discesa nel piano com maggior sicurezza. Dalla conchetta si attraversa l’incisione transitando sotto un evidente sperone roccioso che chiude la vista della parte alta del vallone appena sceso. Da qui, con percorso a piacere, si arriva fino al fondo valle, presso le bergerie del Mey.
e-f: Dal Mey, tenendo la strada di fondovalle, con qualche tratto a spinta (non molti, ottimizzando la scorrevolezza), si rientra al punto di partenza.
[Andrea Moretti]